Ricordo di Francesco BALESTRINO che, non è stato suo allievo ma suo collaboratore. Francesco ha trascorso cinque anni a Cadimare come allievo, poi è rimasto come Ufficiale di Inquadramento fino a diventarne Comandante e Direttore. Ecco il suo ricordo:
Ho avuto la fortuna di essere un suo collaboratore per quattordici anni, tanto è stato il suo periodo di attività di comandante dell’Aeroporto di Cadimare e Direttore dell’Istituto Umberto MADDALENA. Ero un giovane sottotenente assegnato all’ONFA quando lui prese il comando sostituendo il Ten. Col. BOLOGNA. La sua linea di azione era indirizzata sempre al bene degli allievi, il modo di agire era costantemente rivolto alla salvaguardia dell’attività. Era sempre pronto a valutare nuova attività pur di tenere a galla la base, la sua base. Alle volte non capivo il significato di certe azioni e mi trovavo anche a discuterle ma con il tempo mi sono reso conto che attraverso il suo operato ho imparato a gestire il tempo e ad affrontare ogni cosa. Sono certo che Attilio Marchetti sia stato una vera pietra miliare dell’ONFA, sempre pronto a nuovi impegni e presente in ogni cosa. Era preparato in ogni campo, dotato di un eloquio brillante sapeva convincere tutti ed ottenere ciò che voleva. Ricordo un pranzo di corpo in cui prese la parola e per essere ancora più concreto nello spiegare il comportamento nel lavoro disse: “voi dovete pensare solo ai ragazzi, li dovete vedere ovunque, anche quando aprite un cassetto o un armadio, devono esistere solo loro”. Quattordici anni di comando non sono una consuetudine e lui li ha svolti dando sempre la sua impronta senza mai abbassare la guardia, mi vengono in mente mille aneddoti, lo voglio ricordare con ammirazione, grazie Comandante. “Cisco”
Accolgo volentieri l’invito dell’amico Gigi Medas per aggiungere il mio ricordo del compianto Gen. Attilio Marchetti, Direttore “illuminato”, aggettivo calzante, ed ex allievo ONFA. Egli decise che, nominato S.Tenente a febbraio 1976, facessi parte del gruppo di ufficiali (ONFA) di 1ª nomina che sarebbero rimasti presso il Comando Aeroporto di Cadimare, secondo una tradizione risalente ad anni e anni addietro (forse già a Gorizia 1930/43 – Firenze 1947/58 – Cadimare 1958 tutt’oggi); di questi alcuni furono impiegati presso i servizi del Comando ed altri, tra cui io, all’inquadramento degli allievi; a me fu assegnato l’incarico specifico di responsabile della palestra. Non feci salti di gioia, tutt’altro: onfino dal 1960 mi rodeva proprio restare ancora a Cadimare. Poco passò dalla sua decretazione che una mattina riunì tutti noi assegnati all’inquadramento; l’argomento era “come rendere l’istituto migliore”; le singole relazioni le avremmo dovute portare nel pomeriggio alle 17.30 e se ne sarebbe discusso; pensavo/vamo di essere trattati da allievi ed invece ci parlò e trattò per quelli che eravamo: Ufficiali. Chiese collaborazione e la ottenne. Mi piacquero molte delle sue iniziative per rendere l’Istituto un college dove gli allievi potessero vivere meglio e soprattutto rendere nello studio. Sarebbe dovuto arrivare almeno 5 anni prima. quando ero ancora allievo. Con lui mi feci una bella esperienza sull’altra “sponda”: l’inquadramento. Cominciai ad apprezzare il mio ruolo e sentivo gli allievi corrispondere, verso i loro fratelli più grandi, anche se Ufficiali; sentimenti di fiducia e stima che non ricordo di aver io provato da allievo nei confronti di altri Ufficiali ONFA da cui, invece, mi sentivo molto distante, non faccio nomi. Insomma, Cisco allenava (e giocava) la potente squadra di calcio, altrettanto facevo io col basket impegnandomi molto, con l’aiuto anche di Gigi, con i più piccoli; addirittura Marchetti accolse la mia proposta di introdurre il baseball; mi mandò a Milano a comprare quello che serviva per far giocare i ragazzi: mazze, cappellini, palle ecc ecc. Se penso che qualche anno dopo (1980) trasferito a Pratica di Mare volendo introdurvi il baseball il Comandante della base negò l’assenso perché lo considerava sport pericoloso! Attilio Marchetti, come ricordava Cisco, vedeva solo il bene degli onfini; infatti chi meglio di noi ex rispondeva con passione alle sue continue idee e proposte in favore degli allievi, e qui introduco la figura di don Sandro, come ricordava Marco, suggeritore di Attilio per tutte le iniziative volte a far maturare negli allievi consapevolezza e spirito critico, con incontri a tema e conseguenti dibattiti su argomenti di ogni tipo; cose mai fatte ai miei tempi salvo qualche sporadica iniziativa del buon Cap. Benedetto Patrizi. Mi fermo qui e lascio gli aneddoti alle chiacchiere del prossimo raduno salvo solo accennare al clima che aveva creato fra noi tutti: allievi ed Ufficiali ONFA e non solo. Una sera nella cameretta, alla palazzina Ufficiali, condivisa con Tessari Valerio, eravamo, per l’appunto, noi due ed il compianto Giorgio Popolizio, con alcuni allievi dell’ultimo anno, con la presenza del dottore Cap. Fabrizio Morelli e del buon don Sandro (si anche lui), a ridere scherzare ed a mangiare pizza; erano le 22.00 poco più poco meno e non avremmo smesso ma qualcuno aprì la porta della camera ed in vestaglia pigiama e ciabatte apparve Attilio, volto accigliato, arrabbiato quanto basta, braccio teso, indice puntato pronto all’intimazione della punizione ma vide il dottore ed allargò le braccia per poi farle cadere quando vide il don Sandro, disse solo: di non fare troppo chiasso e ci salutò; ovviamente chiudemmo lì la serata. Ai suoi funerali siamo andati come ANCEAO, non potevamo non esserci.
Vi abbraccio. “Roberto Maggi”
Di lui ho due immagini vivide, la prima, descritta nel mio racconto “gli intrepidi canottieri onfini”, di un uomo in piedi sulla pilotina guidata dall’allora S.M. Marrosu, sconvolto e pallido, che scrutava il mare sempre più mosso alla ricerca di cinque stolti che avevano rubato la canoa, la seconda mentre, con tanti ragazzi presenti, comunicava a noi sottotenenti appena nominati, la tristissima destinazione presso la 1^ Aerobrigata intercettori teleguidati, tradotto missili in pianura padana. Grande persona, grande Comandante, peccato non averlo avuto prima.
A sostegno di quanto affermato da Cisco, vorrei aggiungere che il T.Col. Marchetti ha avuto idee innovative come far divenire aiuto istitutori, (per i ragazzini delle medie) gli allievi più grandi, soprattutto perché, data la pochissima differenza di età e l’avere in comune la stessa esperienza come allievi, potevano essere più portati a comprendere i problemi dei più piccoli, tutto questo senza entrare in contrasto con il lavoro degli istitutori titolari che svolgevano un eccellente lavoro. Sotto il suo comando, sono aumentate le uscite per i più piccoli che ancora non erano militari, ricordo che con la delega noi più grandi potevamo portali fuori, a me è capitato spesso. Ha cercato anche di far relazionare maggiormente l’Istituto con il contesto cittadino tramite varie iniziative. “Gigi Medas”