È Brunella RICCI che racconta …
Ho frequentato dal 1969 al 1971 la seconda e la terza media nell’istituto “Francesco Baracca”, vi arrivai accompagnata da mia madre e dal mio fratello ventenne rimasto da pochi mesi l’unico uomo di famiglia.
Io tredicenne, considerata la piccola di casa, ero ben felice ed entusiasta di vivere la “mia avventura” lontana dalla famiglia. Al mio arrivo mi accolse Suor Gemma che con aria severa scrutava la mia minigonna come a disapprovarla, era accompagnata da una ragazzina bionda, molto carina e con un sorriso rassicurante, che doveva farmi da cicerone.
Salutai i miei familiari con serenità, mentre mamma si allontanava piangendo, e comincia il mio “tour” con Patrizia Fornalè che mi accompagnò prima in lavanderia per il ritiro del grembiule, poi mi fece vedere il dormitorio e quindi l’aula dove avrei trascorso gran parte della giornata con le compagne della squadra alla quale ero stata assegnata.
Ero contenta, avevo già un’amica che sarebbe diventata per me “un vero angelo”.
La sera stessa, prima di andare a dormire, mentre indossavo il pigiama , ci fu il primo scontro con suor Gemma, mi apparve alle spalle e mi brontolò per il modo di spogliarmi e di indossare il pigiama. rimasi allibita, ma silenziosa obbedii.
Dal giorno dopo, alcune compagne tra le più grandi iniziarono a prendermi in giro per il mio accento toscano, costringendomi a marcale le “C” e a non troncare le parole.
Cominciai a sentirmi sola e delusa, decisi che al primo incontro con la mia mamma sarei tornata a casa, poiché non riuscivo a sopportare le continue derisioni. Ma gli angeli sono sempre presenti! … e dopo qualche giorno Annamaria Sedda intervenne a spada tratta in mia difesa, minacciando tutte le compagne che mi prendevano in giro. Il vento mutò, per merito della mia eroina da quel momento la mia vita collegiale cambiò, ero in famiglia e stavo veramente bene.
Dopo oltre quaranta anni … ho ritrovato le mie amiche … e un pezzo della mia vita mai dimenticato.