È Nicola GENOVESE che racconta …
L’ONFA cercò di dare più libertà a coloro che ancora non avevano l’età per andare da soli in libera uscita.
Pensò alla “delega”, ovvero all’autorizzazione da parte delle madri degli allievi ancora piccoli, ad amici o famiglie di Firenze che s’impegnavano di andare a prendere i ragazzi in collegio e ospitarli nelle loro case per tutta la giornata della domenica.
In alcuni casi, presenti delle ragazze nelle famiglie ospitanti, si registrarono casi di “amorini” tenuti in gran segreto o subito bloccati; sbocciarono anche grandi amori che negli anni sfociarono nel matrimonio.
Alcuni dei “soliti noti”, ormai grandi, durante la libera uscita o quando facevano sega a scuola, se possibile, non disdegnavano una visitina in quei locali che ospitavano le cosiddette “signorine”.
Vicino la stazione era famosa una via (a “luci rosse”) la cui denominazione era: via dell’Amorino, cui i Fiorentini, per maggior precisione, aggiungevano: «… ogni porta c’è un casino.»
Per potervi accedere bisognava aver compiuto diciotto anni, “i nostri”, non ancora diciottenni, si erano procurati delle stellette che applicavano sulla divisa prima dell’ingresso;
alcuni che avevano la classica facci da “sbarbatello” si facevano crescere per tempo la barba, e se in collegio chiedevano loro la motivazione, rispondevano che non potevano radersi per via di uno sfogo cutaneo. In quegli anni, questa era una normale e ovvia modalità d’iniziazione dei giovanotti ai rapporti ravvicinati con il gentil sesso.L’esuberanza giovanile non impediva comunque agli allievi di dedicarsi anche alla cura dello spirito, coerentemente con i valori cui venivano educati. Nel collegio c’era una cappella, dove ognuno nelle ore libere poteva recarsi a pregare o a confessarsi. Ogni domenica era obbligatoria la Santa Messa officiata da Don Piovanelli, padre spirituale del “Maddalena” che in futuro sarebbe diventato Cardinale e Arcivescovo di Firenze. era un sant’uomo, ed aveva sempre una parola di conforto per tutti.
Molti facevano la comunione, e la santa Messa si concludeva con la “preghiera dell’Aviatore” letta a turno dagli allievi.
Nello stesso periodo, era sindaco di Firenze Giorgio La Pira, ogni anno organizzava a “Palazzo Vecchio” nel “Salone dei Cinquecento” un incontro con tutte le scuole che segnava l’inizio dell’anno scolastico. Anche i nostri, con la nuova divisa diagonale, partecipavano all’evento.
Quanti ricordi di ex allievi … che hanno contribuito a tenere “svegli” i compagni e gli Istitutori.