È Nicola GENOVESE che racconta …
Muscinelli faceva parte della 5ª squadra, era uno specialista degli aeromodelli.
Al tempo l’Istitutore era il M.llo Spinello Vivaldi di Pontedera, famoso per cadere subito in letargo dopo essersi seduto alla scrivania. Se nessuno schiamazzava, almeno un’ora di libertà per tutti i presenti era garantita.
Un pomeriggio Muscinelli, per provare una nuova miscela, diede un leggero colpo d’elica e il suo motore partì con un fracasso infernale.
Il Maresciallo saltò per aria, ed imprecando con il solito “Dì-dì-oh” si diresse all’Ufficio Inquadramento. Ritornò in aula con il Sottotenente Benini, anche lui grande patito di aeromodelli e tutto si risolse con il sequestro del motore. Naturalmente il giorno dopo fu restituito a Muscinelli con la raccomandazione di provarlo nelle ore di ricreazione all’aperto.
Un altro caratteristico personaggio era Bruno Mura, il “bassetto” dalla testa di ferro, altruista e generoso.
Proveniva da Cagliari e giocava bene a calcio, se un avversario aveva intenzione di contendergli il pallone di testa, era meglio per lui rinunciarvi e allontanarsi.
Aveva un bel colpo di schiena, ma se sfiorava l’avversario con la testa, il minimo che poteva capitare a quest’ultimo era un bernoccolo.
La sera, quando tutti erano a letto, si appendeva alla finestra, e con i piedi a penzoloni ci rimaneva almeno per dieci minuti. Diceva che quello era un esercizio che l’aiutava a diventare più alto.
Quando in Maresciallo “Dì-dì-oh!”, se ne accorse, scese disperato in cortile per chiedere aiuto nel caso fosse caduto.
Erano sempre tre – quattro metri d’altezza! Fortunatamente non successe mai nulla, … né tantomeno crebbe la sua statura.
In quel periodo era Istitutore notturno l’Allievo Militare Arrivas, autoritario e prodigo di parole offensive, sardo come lui.
Tra i due non scorreva buon sangue.
Una sera si era accostato al letto dell’allievo Baracchini, un piccoletto buono e tranquillo, e gli aveva inveito contro in malo modo, poiché a suo dire, non aveva fatto a dovere il letto.
Mura gli si era avvicinato con l’intento di rabbonirlo. si trovavano l’uno di fronte all’altro tra due file di letti “a castello” metalli. Come risposta al non richiesto intervento, Arrivas gli disse: «…e tu stai zitto … piccoletto»; nello stesso momento, Mura, appoggiandosi con le mani ai due letti posti lateralmente, con un formidabile colpo di reni gli diede una testata.
L’Istitutore notturno fu accompagnato in infermeria dove se la cavò con quattro punti di sutura al sopracciglio destro.
I suoi amici inseparabili erano: Nicola, Piero ed Ennio, con i quali frequentava la stessa scuola e la stessa classe dell’Istituto Tecnico Industriale “Leonardo Da Vinci”.
Era molto bravo in matematica, e passava agli altri i compiti in classe, Genovese invece faceva i temi d’italiano per gli amici, Ponticelli i compiti d’inglese e Ardu i disegni tecnici.
Una sintonia perfetta.
Guai però a mancare alle sue partite di calcio! Era la peggiore offesa.
In campo era instancabile, combattivo e molto veloce. Quando aveva la palla al piede, era difficile portargliela via e andava diritto in porta. Non sempre erano goal, ma spesso segnava.
Giocava nella squadra dei “battimazza”, assieme a Ennio Ardu che era il portiere. In seguito Ennio divenne anche il portiere titolare della “nazionale” del “Maddalena”.
Un ricordo commosso per la scomparsa di Ennio, amico e “fratello” e un appello a coloro che sono in grado di fornire notizie di Bruno Mura.