È Raoul RESTUCCI che racconta … (Raoul ci ha lasciati nel settembre 2018)
Il 18 aprile 2018 l’ANCEAO ha celebrato i sessant’anni dell’istituto “Umberto Maddalena” a Cadimare.
Il “Maddalena” di Cadimare non è un “copia e incolla”. Cadimare, e ancora prima Firenze, “hanno ridato vita” al “Maddalena” di Gorizia che era stato abbandonato in vista dell’occupazione da parte dei partigiani sloveni in occasione dell’armistizio dell’otto settembre del 1943.
Mentre gli allievi salivano sui pullman e camion per lasciare l’istituto, flotte di civili locali armati con fucili e bastoni avevano forzato il cancello nei pressi dell’autoreparto diretti alle cucine.
Ne uscivano con tutto quello che avevano potuto razziare. Finita la guerra, i trattati di pace sanciranno che S. Pietro di Gorizia, con gran parte del territorio della Venezia Giulia, passerà alla Jugoslavia di Tito. Addirittura, Gorizia sarà tagliata in due dalla nuova linea di confine.
L’appello a Francesco Balestrino, Presidente ANCEAO, è di ricordare i fatti di Gorizia.
Si può affermare che Cadimare non è una riedizione o una copia di Gorizia, ma è la continuazione di un ideale, che, interrotto da gravi eventi bellici, ha trovato giovani e istituzioni che gli hanno ridato vita, mantenendone intatti valori e sentimenti.
Se sfogli le cronache e le foto dei vari momenti goriziani, ti verrebbe da dire che l’attività di quegli allievi era particolarmente viva e vivace, molto più di quella che registreremo nei sessant’anni di Cadimare.
In parte è vero, ma non si tratta di meriti e demeriti,. Cadimare ha vissuto anni di vita “normale” di una Repubblica Democratica.
Nei 10 anni di vita del “Maddalena” a Gorizia, i suoi allievi hanno “convissuto” invece con un regime fascista e anni di guerra. A Cadimare non poteva capitare, come è avvenuto all’ex allievo goriziano Carlo Copello di essere citato sui bollettini di guerra e ricevere medaglie al valore militare per le sue imprese aviatorie. Come non poteva accadere di perdere un suo ex allievo sul fronte di guerra, perdita che invece ha dovuto registrare Gorizia. Sul fronte greco-albanese, nelle montagne della Macedonia, l’otto marzo del ’41 perdeva eroicamente la vita il S.Ten. dei Granatieri di Sardegna Mario Vece, ex allievo del “Maddalena”. In quegli anni gli allievi goriziani hanno vissuto una doppia vita. Nel collegio, … la vita di sempre: addestramento militare, attività ginnica, studio, ascolto dei bollettini di guerra, apprensione per le notizie sempre più negative da tutti i fronti, ma mai un commento da parte dei nostri Istitutori.
Fuori, a scuola, ove ci recavamo ogni mattina, un mondo tutto diverso: «Vincere e vinceremo», «Spezzeremo le reni alla Grecia», «Se gli alleati cercheranno di sbarcare in Sicilia, troveranno la loro fine sul bagnasciuga».
Non solo gli alleati sbarcheranno in Sicilia, ma saranno accolti come liberatori!
E a ogni inizio del giornale radio: «Dio stramaledica gli Inglesi !»
Ma la vera fonte di disinformazione – per quanto riguarda la politica – era la scuola. Bisogna ricordare che per poter accedere all’insegnamento, il partito nazionale fascista pretendeva l’iscrizione al partito. Ogni lunedì, l’insegnante della prima ora di lezione, doveva commentare gli avvenimenti sui vari fronti di guerra della settimana passata. Era una pena !
Da una parte gli insegnanti che “obtorto collo” avevano accettato le condizioni del partito (“tengo famiglia” … dirà Flaiano) e che al termine del loro intervento avrebbero volentieri dichiarato «scusatemi non sono stato sincero»; dall’altra parte, i fanatici, i cultori del movimento fascista. In verità erano la minoranza, ma la loro oratoria (se fosse esistito l’applausometro l’avrebbe certificato) era vincente – anche se non convincente – perché infarcita di “Vincere e vinceremo” – “Roma caput mundi” – “I colli fatali di Roma” – e soprattutto da aggettivi iperbolici, uno dei quali: “immarcescibile”, tutto era immarcescibile per il fascismo.
L’apparire era più importante che l’essere. Per cui le grandi adunate, le sfilate, le grandi celebrazioni, le manifestazioni di propaganda erano all’ordine del giorno.
… continua …