Alcuni giorni fa, mentre distrattamente scorrevo le varie inserzioni degli amici su Facebook, una foto ha attirato la mia attenzione. Il soggetto era Don Sandro, seduto su una panchina, l’espressione rilassata, immediatamente, un turbinio di ricordi ed emozioni ha affollato la mia mente. Sandro è stato un prete che potremmo definire rivoluzionario per quei tempi, parlo dei primi anni 70. Il suo era un atteggiamento completamente diverso rispetto allo standard dei preti di allora. Il suo modo di confrontarsi con noi giovani, ci conquistò, riuscì a creare un vero legame che è rimasto inalterato anche dopo che abbiamo lasciato il collegio, infatti, celebrò il matrimonio di parecchi ex allievi. Mi ricordo le messe in camerata, alla sera, prendevamo il pane e il vino, qualcuno suonava la chitarra e lui ci celebrava la messa, ora potrebbe sembrare normale, ma a quei tempi era innovativo. Ricordo che la confessione molte volte la facevamo passeggiando nel sottotetto, era più uno scambio di pensieri e quindi nessuno si imbarazzava. In mensa, quando veniva in collegio, mangiava con noi allievi perché diceva che eravamo noi quelli che avevano più bisogno di lui. A volte usciva con noi e siamo anche riusciti a farlo uscire in “borghese”, sicuramente non molti preti in quegli anni facevano queste cose. Io credo che il suo modo di essere, il suo avere una Fede ferma, un amore per Cristo (diceva che almeno una volta all’anno avrebbe dovuto recarsi nei luoghi dove ha vissuto Nostro Signore), abbia avvicinato tanti giovani alla Chiesa. Ricordo le sue lettere, quando nel 1977 lasciai il collegio, erano cariche di affetto e incoraggiamento, era un piacere avere questo scambio epistolare. Resterai per sempre nei nostri cuori Sandro, il solo scrivere questo tuo ricordo, mi ha fatto tornare con la mente alla mia adolescenza, la mia stanza ha lasciato spazio alla visione del mare che costeggiava il nostro collegio, al chioschetto coperto dai glicini dove i più bravi suonavano la chitarra e noi stonati cantavamo, e, per un momento ho rivisto il tuo sorriderci quando andavamo a trovarti al Santuario di Soviore, dove tu vivevi e non mancavi mai di invitarci. Gigi Medas
4 thoughts on “Ricordando un amico”
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Perdonatemi, il mio non è un ricordo diretto del Don, perché non ho avuto il piacere di conoscerlo, ma attraverso questo strumento che è la nostra casa virtuale, (ma anche casa riservata,) ho vissuto con voi le vostre emozioni e quelle passate. Dai ricordi fatti qui traspare un modo più intimo e personale che ci trasporta nel tempo e nei luoghi a noi cari. Questa è la nostra casa dove ognuno ritorna bambino o adolescente e coltiva gelosamente quanto ha nel cuore. Grazie
Ho conosciuto don Sandro quando, non più allievo, ero stato nominato sottotenente e il Direttore dell’Istituto Maddalena, TC Marchetti, decise che sarei rimasto ad occuparmi dello sport come responsabile della palestra. Avevo un passato da chierichetto ed il mio don di riferimento era don Marcello Glustich, lui non aveva in simpatia don Sandro ed io da anni mi ero allontanato dall’anziano ed antico don. Frequentavo il don Sandro quando organizzava incontri con i giovani e mi piaceva ascoltarlo, sopratutto piaceva ai giovani, di cui Marco Mancini faceva parte, i quali pian piano “costrinsero” il triestino don Glustich, ricordo fu missionario in Cina, uomo di fede ma poco incline al dialogo su di essa, a lasciare il campo all’inconsapevole “rivale”. Insomma, ci fu una Cresima ed ebbi la gioia di essere scelto da Ugo Mercurio per fargli da padrino; serviva un atto di assenso del triestino il quale non me diede asserendo che mi ero allontanato dalla chiesa ecc ecc. Grande dispiacere mio e di Ugo. Ma se ancora oggi Ugo mi chiama affettuosamente papà ed io figlio lo dobbiamo a (don) Sandro che non appena messo al corrente immediatamente e senza punto di discussione rassicurò Ugo e me. E fui padrino ed Ugo il mio figlioccio, per sempre. Spero che Ugo si associ almeno come amico.
guardo quella splendida foto e non posso fare a meno di pensare che è un caso raro vederlo da solo,Don Sandro era attorniato sempre tantissime persone, soprattutto ragazzi…Era un personaggio carismatico che andava oltre il ruolo di Prete che aveva scelto. Con lui ho trascorso tantissimo temo e condiviso momenti belli e brutti della vita in collegio. Chissà quanti Km ha fatto con la sua macchina, avanti e indietro da Soviore, il suo santuario dove spesso andavamo anche noi. Tanti anni con lui di cui ho apprezzato la generosità ,la saggezza, l’altruismo , è stato un punto di riferimento per tanti. Ciao Sandro, grazie per quel che mi hai donato e per tutto quello che hai fatto per i nostri ragazzi che ti ricordano con affetto e ti portano, come me ,nel cuore…
Io il Don lo sento sempre accanto.
Lo sento vicino nel suo esempio, nelle sue riflessioni laiche o religiose che fossero.
E’ qui quando mi ricordo di non aver paura di affrontare nessun problema, anche il più profondo e nascosto.
Le capacità di riflettere e di far riflettere, al di là delle apparenze, sono parte dei suoi insegnamenti che ancora oggi sono parte di me.
E come lo salutava mia figlio Davide diversi anni fa, lo saluto io oggi: Ciao Don Santos!