È Saverio BONACCI che racconta …
La mamma del mio papà era cieca e con problemi di “Alzheimer”, era residente a Cerrisi di Decollatura (Catanzaro); rimasta sola dopo la guerra, fu accolta da mia madre che nel 1946 la portò al Lido di Roma, dove abitavamo. Con noi abitava anche la mamma di mia madre, e Stane, la domestica, orfana dei genitori, che mia nonna materna aveva preso con se quando viveva a Scardona in Dalmazia. Mia madre, quindi, oltre a me e mio fratello Giorgio, doveva provvedere a mantenere pure loro, nonostante la sua misera pensione.
Fu pertanto gioco forza, mandarmi nel collegio “Umberto Maddalena” dell’ONFA che in quel periodo era stato trasferito da Gorizia a Firenze, nella meravigliosa sede del Viale dell’Aeronautica alle Cascine.
Fortunatamente a Firenze risiedevano i genitori dello zio Mario, ex Ufficiale dell’Aeronautica, da poco congedatosi, e quindi, la sera del nostro arrivo pernottammo da loro. Devo dire che l’idea di andare in collegio, non mi dispiaceva, per me era l’inizio di un’interessante “avventura”!!
La mattina dopo, la mia mamma e sua sorella Pina, mi accompagnarono in collegio.
Dopo le registrazioni del caso, mi assegnarono a una delle camerette a tre posti che si affacciavano sul Viale dell’Aeronautica. Subito dopo ritornai verso l’ingresso dell’istituto per salutare i miei cari. Appena la mamma e la zia scomparvero dalla mia vista, mi cadde il mondo addosso. Un senso di vuoto, di abbandono, mi assalì e capii che non potevo più tornare indietro.
Pian piano feci conoscenza e amicizia con gli altri “orfanelli”. Le cose, piano piano, si aggiustarono.
Trascorsi ben sei anni dal 1947 al 1953, nell’istituto “Umberto Maddalena” che intanto dalle Cascine si era trasferito in Via S. Marta …
Comunque … non dimenticherò mai quel primo triste giorno di collegio.