È Luigi POLIDORI che racconta …
Quel pomeriggio, quando arrivò il camion con i viveri da scaricare, in cucina non c’era più nessun Aviere o altro personale di mensa, c’era solo lui, il Maresciallo Guiducci, Direttore di mensa.
L’autista, Maresciallo “Piè veloce” (al secolo De Simone), lasciò il camion davanti al magazzino viveri e se ne andò, sarebbe tornato a prenderlo a scarico avvenuto. Il povero Guiducci (“povero” in quel frangente perché direttori di mensa poveri non esistono) si trovò in una situazione difficile. Non voleva lasciare il camion carico di viveri incustodito fino alle sei di sera quando avrebbe ripreso servizio il personale di cucina, né tanto meno restare lì tutto il pomeriggio a fare la guardia; poteva arrivare … qualche “avvoltoio” … !
Era in questo dilemma assorto, quando vide passare tre allievi che dal corridoio coperto si dirigevano verso le aule di studio. Gli venne subito l’idea: <<Hei ragazzi! Venite un atti- mo che ho bisogno di un piccolo favore?>>.
I tre si avvicinarono di malavoglia; fare un favore al “Cobra”, così erano chiamati tutti i direttori di mensa, era una rottura di scatole ai massimi livelli. <<Sentite>> disse loro <<So che dovete andare a studiare, ma ho un lavoretto da poco, mi date una mano a scaricare i viveri?>>. Franco Fargnoli, Nino Morisco e Antonino Previte, questi i tre allievi, si guardarono l’un l’altro negli occhi per decidere quale risposta dare, ma Antonino, non diede agli altri due nemmeno un attimo di tempo per pensare e rispose: <<Certo Maresciallo, a disposizione!! Dica, … cosa dobbiamo fare?>>. In men che non si dica, il trio organizzò lo scarico formando una piccola “catena umana”. Antonino, da sopra il camion, passava le scatole dei viveri a Nino e Franco che le portavano in magazzino.
Lavorarono sodo sotto lo sguardo attento del Maresciallo che coordinava l’immagazzinamento. C’era da scaricare le cosiddette “derrate alimentari”: pasta, pomodori in scatola, tonno, fagioli, formaggi vari e stracchino, alimento quest’ultimo che il “Cobra” ti proponeva come alternativa o supplemento al “secondo”.
Tra i generi alimentari c’era la “Manzotin”, carne in scatola che faceva parte delle “scorte intangibili” e che veniva fornita alle mense con l’approssimarsi della scadenza (venti anni). ”Dulcis in fundo” i “viveri di conforto”, spettanze mensili extra per Ufficiali e Sottufficiali. Di tali viveri facevano parte anche le stecche di cioccolato fondente Novi e il “Cordiale”, bottigliette mignon di cognac provenienti dalla Distilleria Militare.
Fin quando ci fu da scaricare pasta e pomodori, il “Cobra” rimase tranquillo, ma quando si arrivò a scaricare i viveri di conforto, la sua attenzione nel seguire le operazioni crebbe radicalmente. Controllava i tre “scaricatori” ruotando continuamente la testa a destra e a manca proprio come fanno i cobra veri quando fiutano il pericolo. Il lavoro fu portato a termine velocemente e con piena soddisfazione del “Cobra” che regalò a ciascuno di essi una stecca di cioccolato. I “tre” ringraziarono il Maresciallo e si recarono in camerata con la scusa di lavarsi le mani prima di andare in aula a studiare.
Giunti in camerata, cominciarono a scaricare il “bottino di guerra”, ciascuno sulla propria branda. Nino e Franco tirarono fuori dalle tasche e da sotto il maglione una seconda stecca di cioccolato, bottigliette di Cordiale, formaggini “Tigre” e marmellate “Zuegg”. Erano soddisfatti non tanto per il bottino, ma per aver gabbato il “Cobra”. Notarono che sulla branda di Antonino non c’era nulla. Non era possibile che proprio lui che per primo aveva fiutato l’opportunità, fosse uscito a mani vuote. Esclamarono simultaneamente: <<Antonino … non fare il furbo, tira fuori il malloppo!!>>.
Antonino guardò i due amici con aria di sufficienza come a voler sottolineare la sua superiore abilità. Portò le mani dietro la schiena e da sotto il maglione, come un prestigiatore tira fuori il coniglio dal cilindro, fece uscire una mortadella e disse: <<Purtroppo sono riuscito a prendere solo questa …!>>.
Dopo lo scarico, si era mosso in maniera intelligente, non aveva mai voltato le spalle né al Cobra, né ai due amici; anche nel salire le scale per andare in camerata era rimasto sempre dietro agli altri due. Nessuno di loro aveva dato peso a questo strano comportamento … ma Antonino aveva il suo “grosso motivo”!